четверг, 22 декабря 2016 г.

La Fondazione Poste Insieme sostiene la “Casa di Sara”. La nuova struttura di accoglienza per donne vittime di violenza

La Poste Together Foundation supports the "House Sara". The new reception center for women victims of violence

Realizzata a Roma all’interno del CeiS di don Picchi e inaugurata oggi dal Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, alla presenza della Presidente di Poste Italiane, Luisa Todini
 

Una nuova porta che si apre per accogliere, ascoltare e proteggere le donne vittime di violenze fisiche, tra le mura domestiche o nella vita quotidiana, spesso ad opera di chi assicura di amarle, come molti drammatici episodi di cronaca degli ultimi mesi hanno rivelato. La Casa di Sara è nata a Roma con queste finalità su iniziativa del Centro Italiano di Solidarietà (CeiS) di Don Mario Picchi, con il contributo della Fondazione Poste Insieme Onlus e della Fondazione Bnl ed è stata inaugurata oggi dal Cardinale Pietro Parolin,  Segretario di Stato di Sua Santità, alla presenza del Prefetto di Roma, Paola Basilone, della Presidente di Poste Italiane, Luisa Todini, e del Presidente di Fondazione Bnl, Luigi Abete.

Istituita in onore e memoria di Sara Di Pietrantonio, la giovane romana uccisa dal fidanzato nel maggio scorso, ennesima vittima di femminicidio, la struttura è stata realizzata all’interno del CeiS di Don Picchi rispondendo all’invito di Papa Francesco che ha esortato ad aprire in ogni Diocesi un’opera di sostegno per i più deboli in occasione dell’Anno della Misericordia. La Casa di Sara offrirà ospitalità supporto educativo e di reinserimento socio-lavorativo a donne vittime di minacce o violenze e sarà dotata di 20 alloggi, a cui se ne aggiungono altri due per casi di emergenza. Poste Insieme Onlus sostiene l’iniziativa con un contributo destinato a coprire i costi degli arredi dell’edificio.

“La violenza sulle donne ha radici antiche – ha dichiarato Luisa Todini, Presidente di Poste Italiane e della Fondazione Poste Insieme - ma sta evolvendosi in forme ancora più odiose come il femminicidio. Informare e sensibilizzare – come ha deciso di fare Poste Italiane diffondendo gratuitamente negli uffici postali ed i postamat lo spot della Presidenza del Consiglio dei Ministri sul servizio pubblico di aiuto 1522 - è determinante per l’emersione dei fenomeni di violenza, ma non basta. E’ altrettanto importante prevenire, con programmi di educazione nelle scuole di ogni ordine e grado che sappiano contrastare alla radice la sub-cultura che, con stereotipi di genere e di linguaggio, prepara il terreno alla violenza contro le donne, e soprattutto sostenere le vittime nei loro percorsi di reinserimento”.
 “Dopo la denuncia, dopo la scelta coraggiosa di uscire allo scoperto – ha aggiunto la Presidente – l’esigenza più importante che vivono le donne che hanno subito violenza è ricostruire la propria vita a partire da un lavoro. E’ questo è il terreno su cui dobbiamo fare tutti di più e meglio, investendo su programmi mirati che consentano alle donne che escono dai centri antiviolenza e dalle case rifugio di inserirsi o reinserirsi nel tessuto produttivo, trovando o reinventando una professionalità ed un’autonomia sociale ed economica”.

Poste Italiane, attraverso la Fondazione Poste Insieme Onlus, ha scelto di investire risorse anche su questo aspetto, attraverso azioni di supporto economico ai centri antiviolenza di Torino, Catania, Livorno, Empoli, Carrara e Massa e mediante un progetto nazionale proposto da Telefono Rosa che mira appunto a mettere a disposizione della rete dei centri antiviolenza una piattaforma comune per la formazione e il sostegno all’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza.

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